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TARTINE, CHAMPAGNE E … BOTOX: CHE LA FESTA ABBIA INIZIO!

30 Nov

Quando un party amichevole si trasforma in una seduta di chirurgia estetica

Metti una serata tra amici: immagina un salotto della “Roma-bene”, un carezzevole sottofondo musicale, l’illiminazione tenue, del buon vino, qualche stuzzichino… Metti una seduta dal chirurgo estetico: fialette di botulino, siringhe, anestetici, tamponi, cortisone, atropina e un po’ d’ovatta… Addiziona, ed ecco che ti ritrovi a un Botox party!
Si tratta dell’ultima stravaganza metropolitana, arrivata nella capitale direttamente da Los Angeles e che, come una nuova tendenza modaiola, sta conquistando gli ambienti più frivoli della buona società. In pratica altro non è che un rendez-vous con rinfresco, organizzato in un ambiente salottiero e in un clima informale, in cui si riuniscono molti amici, tutti con lo stesso gruccio: le rughe.

Tra una tartina al caviale  e un bicchiere di champagne, un intraprendente chirurgo illustra ai presenti i vantaggi che la tossina botulinica può apportare a un viso non più giovane, spazzando via i segni d’espressione inflitti dal tempo e causati proprio dalla contrazione dei muscoli mimici.  Solleticati dall’idea di dire addio alle sgradevoli rughe e zampe di gallina, gli invitati attendono con ansia l’ingresso dell’ospite d’onore; e finalmente eccolo che arriva: è il botox!

Cocktail in mano, i partecipanti si avvicinano alla “postazione medica”, dove si trova il divano, sul quale, uno a uno, si adagiano come fosse un lettino da visita. Il chirurgo, anestesista al seguito, procede allora con il ritocco: due punturine nei punti più critici, un po’ d’ovatta per tamponare qualche goccia di sangue e… la ruga è andata. Almeno per qualche mese. Intanto tutt’intorno si continua a ridere, a chiacchierare, a bere e ci si prenota per il prossimo giro! A fine serata gli “ospiti-pazienti”, ormai ridotti a una serie di facce mummificate, salutano soddisfatti il padrone di casa e, cosa non da poco, agguantano il biglietto da visita del chirurgo senza dover tirare fuori un solo euro. La serata infatti è una sorta di dimostrazione da parte del medico, il quale (visto l’effetto provvisorio dell’infiltrazione di botox) spera di ripetere l’operazione sul paziente trattato durante la festa qualche mese dopo nel suo studio…dove, naturalmente, il conto non sarà altrettanto leggero.

Se per un verso si può etichettare la faccenda semplicemente come l’ennesima frivolezza dell’alta società capitolina, d’altra parte  è importante mettere in guardia sui danni che una simile leggerezza può comportare. Numerosi esperti di medicina estetica, infatti, condannano duramente questo tipo di evento mondano, in quanto, a parte il vantaggio di un ambiente informale e del supporto psicologico di gruppo, sono troppi i rischi nei quali il paziente può incorrere; e neppure il risparmio economico della prima seduta può giustificare una tale superficialità. In primis c’è il pericolo che le inoculazioni non vengano eseguite correttamente: con il paziente sdariato su un divano e il chirurgo in ginocchio al suo fianco, è facile che si possano commettere delle imprecisioni. Non va poi sottovalutato il rischio di contrarre infezioni: un salotto, per quanto elegante e tirato a lucido, non sarà mai quell’ambiente asettico e igienicamente attrezzato adatto per un intervento medico. I pericoli di questa procedura inoltre non risparmiano nemmeno lo stesso chirurgo: spesso infatti, vista la mondanità dell’evento, al paziente non viene richiesto di firmare alcun consenso informato al trattamento; e, anche qalora questa formalità venisse espletata, in caso di controversie, il paziente potrebbe sostenere di aver firmato sotto l’effetto di qualche bicchiere di troppo o spinto dall’entusiasmo di gruppo. Le assicurazioni professionali infine potrebbero non coprire eventuali danni provocati da interventi svolti al di fuori delle strutture qualificate.

Nell’epoca dei lunch e dei brunch, degli appetizer e dei party modaioli, dei drink e degli after dinner, non è comunque concesso lasciare spazio all’approssimazione: e se il medico si presenta a casa con il botulino come fosse una bottiglia di vino (della serie “No botox no party!”), ditegli che avreste preferito  un bel mazzo di fiori!

Giulia Sonnino